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Voto di laurea nel Regno Unito vs 110 e lode: come funziona

Scopri come confrontare il voto di laurea in UK con il 110 e lode italiano: differenze, tabelle indicative, soglie d’ammissione e consigli pratici per evitare errori.

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Voto di laurea in UK e 110 e lode: come si confrontano davvero?

Se stai pensando di fare domanda per una magistrale in UK — o di tornare in Italia dopo la laurea britannica — sicuramente ti sei già perso almeno una volta nei confronti tra “2:1”, “First” e il solito 110 e lode. Spoiler: non c’è una tabella magica che traduce i voti in modo automatico e, anzi, ogni università ragiona un po’ a modo suo. Ma capire i punti di contatto (e le differenze) tra i due sistemi è fondamentale: ti eviti brutte sorprese nella domanda di ammissione, nei concorsi pubblici, o peggio quando è troppo tardi per sistemare le carte.

Come viene calcolato il voto di laurea nel Regno Unito?

In UK il voto finale non è un numero secco, ma una “class” — una specie di etichetta che riassume la tua media degli esami, pesata per anno. Te la sintetizzo (seguendo le linee guida UCL):

  • First-Class Honours (1st): media del 70% o più
  • Upper Second-Class Honours (2:1): tra il 60% e il 69%
  • Lower Second-Class Honours (2:2): tra il 50% e il 59%
  • Third-Class Honours (3rd): tra il 40% e il 49%
  • Ordinary degree: sotto il 40% = niente “honours”, quindi spesso poco valorizzato

Attenzione: ogni modulo (i singoli esami) contribuisce con un peso specifico diverso a seconda dell’anno. Di solito contano di più gli ultimi anni, quelli più “avanzati”.

Che cos’è il 110 e lode in Italia e come si ottiene davvero?

In Italia siamo abituati alla scala 66-110, con possibilità di “lode”, che scatta solo se la commissione è d’accordo all’unanimità. Il voto di base si calcola così:

  1. Si prende la media dei tuoi esami (che vanno da 18/30 a 30 e lode).
  2. Si converte questa media in centodeciesimi.
  3. La tesi e altri “bonus” (attività extra, internships, Erasmus, ecc.) possono dare qualche punto in più — fino ad arrivare a 110 o 110 e lode.

C’è molta variabilità da ateneo ad ateneo (qui trovi i dettagli secondo CIMEA).

Esiste una tabella di equivalenza tra “degree classification” UK e voti italiani?

Non esiste una conversione “ufficiale” accettata da tutte le università e da tutti gli enti, però qualche riferimento esiste. Le università britanniche usano spesso queste soglie per i candidati italiani (questa, ad esempio, viene dall’University of Edinburgh):

Classe UK Voto italiano “tipico” Media esami (su 30)
First (1st) 110/110 o 110 e lode ≈ 29–30
Upper Second (2:1) 105–109/110 ≥ 28
Lower Second (2:2) 95–104/110 ≥ 23
Third < 95/110

Ricorda: ogni università (e ogni dipartimento) può cambiare un po’ le regole, metti sempre il naso nelle entry requirements specifiche e, se sei al limite, scrivi alla segreteria o chiedi a noi di dare un’occhiata.

Vedi anche qui per l’esempio Warwick.

Perché in UK ti chiedono spesso un “2:1” per la magistrale?

Questa è una delle domande più frequenti. Perché proprio il “2:1”? In breve:

  • È considerato il livello “buono”: non eccellente come la First, ma abbastanza alto da dimostrare solide basi.
  • Permette alle università di selezionare candidati che hanno ottenuto risultati sopra la media senza essere troppo esclusivi.
  • Borse di studio e finanziamenti: di solito partono dal 2:1 in su, così come certi prestiti agevolati.
  • Uniformità: dato che in UK le classifiche cambiano poco tra università, con la degree classification si riesce a valutare chi arriva da corsi o facoltà molto diversi.

Come posso convertire il mio voto italiano per essere sicuro di non sbagliare domanda?

  • Controlla sempre il sito dell’università a cui vuoi iscriverti: molte hanno una sezione dedicata a “international qualifications” con riferimenti (spesso per l’Italia).
  • Guarda sia la media degli esami che il voto finale: alcuni atenei guardano più alla media (su 30), altri al “voto di laurea”.
  • Se sei vicino a una soglia “critica” (es. 104/110 per un 2:1): scrivi all’amministrazione del corso o chiedi aiuto a qualcuno che ci è passato!
  • Non barare con conversioni “a mano”: servono sempre documenti ufficiali (Transcript, Diploma Supplement o Dichiarazione di Valore).

Se ti interessa davvero essere tranquillo: chiedi aiuto, valuta una consulenza gratuita, oppure mandaci il tuo piano di studi e ci ragioniamo insieme.

Quando “First” e “2:1” in UK NON equivalgono automaticamente a 110 e lode in Italia?

Uno degli errori classici è pensare che “First” = lode, “2:1” = centodieci tondi. Non è proprio così.

  • Nei concorsi pubblici italiani: ogni ente considera le tabelle del MIUR/CIMEA, che non sempre coincidono con quelle UK. Occhio ai dettagli, perché possono influenzare i punteggi, soprattutto per graduatorie, borse o concorsi.
  • Attenzione all’inflazione dei “First”: negli ultimi anni il numero di laureati con First della media storica si è alzato (fonte Office for Students), quindi un 2:1 resta molto diffuso (ed è sempre il requisito più comune), ma non è più “raro” come una volta.
  • Traduzioni giurate e documenti: in Italia serve la dichiarazione ufficiale per ogni conversione — non è uno scherzo burocratico, spesso bloccano le domande senza questo passaggio.

Domande frequenti sulla conversione del voto di laurea tra UK e Italia

Consigli pratici se vuoi iscriverti a un’università in UK o tornare indietro con il titolo

  • Inizia sempre dal sito ufficiale dell’università inglese (cerca “EU applicants qualification”).
  • Tieni aggiornati i tuoi documenti con le versioni ufficiali e tradotte se ti servono.
  • Se il tuo caso è “borderline”, gioca con tutte le carte: esperienze lavorative particolari, referenze, statement.
  • Non aspettarti promozioni facili: se non hai i requisiti minimi, meglio saperlo subito e non farsi illusioni.
  • Non devi arrangiarti da solo: se serve, chiedi — davvero, anche solo per un confronto.

Capire le differenze tra “voto di laurea in UK” e “110 e lode in Italia” ti evita confusioni, errori nelle domande e delusioni last minute. Non c’è una regola magica e definitiva, ma conoscere i range di conversione più usati e saper leggere le tabelle delle università ti dà una marcia in più.

Se hai ancora dubbi o sei in una situazione non “da manuale”, puoi scriverci: niente risposte prefabbricate, solo ex-studenti che ci sono già passati e che possono aiutarti senza filtri.

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