Tirocinio curriculare nel Regno Unito vs Italia: principali differenze
Un confronto pratico tra tirocinio curriculare in Italia e nel Regno Unito: paghe, burocrazia, tutele e veri rischi per chi sogna un’esperienza formativa all’estero.
Tirocinio curriculare nel Regno Unito contro Italia: cosa cambia davvero e cosa non ti raccontano mai
Fare il tirocinio obbligatorio – quello senza cui, ormai, non si esce dall’università – è diventato praticamente la norma in quasi tutti i corsi di laurea italiani. Ma cosa succede se decidi di viverlo fuori dall’Italia, magari in UK? Le domande che riceviamo di più – “È pagato?”, “Serve assicurazione?”, “Quanto può durare?”, “Che rischi corro davvero?” – non hanno sempre risposte semplici. Mettiamole in chiaro, confrontando direttamente il tirocinio curriculare nel Regno Unito e quello in Italia, senza filtri: parliamo di come funziona davvero la retribuzione, le tutele, la burocrazia e i rischi veri, senza nascondere le difficoltà.
Come funzionano i tirocini curriculari tra Italia e Regno Unito? Le differenze che non si vedono subito
Quando si viene pagati durante un tirocinio curriculare in Italia o nel Regno Unito?
Sara, studentessa di Business a Leeds, è riuscita a ottenere uno “sandwich year” da 10 mesi in una fintech inglese: contratto da circa 19.000 sterline lorde (sui 22.000 euro). Ma il suo collega Marco, stesso corso, era in una charity. Per lui solo rimborso trasporti: assolutamente regolare, visto che era placement curriculare dentro il limite di legge. Non aspettarti certezze: chiedi sempre in anticipo.
Come funzionano davvero la burocrazia e le tutele nei tirocini curriculari in Italia e UK?
No. Soltanto se il tuo corso prevede ufficialmente il “sandwich year” o il placement come obbligatorio potrai/dovrai farlo. In caso di dubbi, chiedi al course leader o alla segreteria del tuo dipartimento.
Dipende da regole e burocrazia della tua facoltà di riferimento. Praticamente sempre serve un Learning Agreement prima di partire, una relazione finale (spesso in inglese) e l’attestato delle ore svolte. Meglio chiarire tutto PRIMA di partire: chiedi sempre lumi alla segreteria Erasmus/Internazionale.
Sì, quasi sempre. Alcune aziende accettano IBAN europei, ma quasi tutte chiedono un account UK per questioni pratiche. Aprirlo non è difficile ma serve comprovare un “address” fisico in UK – sappi che non tutti riescono a farlo nel giro di 24 ore!
Nella pratica si usano spesso come sinonimi, ma c’è una sfumatura: “placement” è interno e regolamentato dal corso di laurea. “Internship” di solito indica uno stage fuori dal percorso curriculare, o magari dopo la laurea.
Ok, riassumendo: conviene fare il tirocinio curriculare in Regno Unito o in Italia? Attenzione alle regole…
Il placement in UK non è la versione “tradotta” dello stage italiano: cambiano (in modo anche pesante) tutela, paga e burocrazia. Il vero consiglio è: prima di partire, mettiti in chiaro su quanto ti costerà vivere, su che status avrai (worker o solo student) e su chi ti garantisce davvero in caso di problemi. Meglio una domanda in più adesso, che una brutta sorpresa a metà esperienza.
Hai ancora domande pratiche, vuoi rivedere il contratto o capire se davvero ti conviene fare un placement a Londra o restare in Italia? Scrivici: chi ti risponde è sempre un ex studente che ci è già passato – senza promozione, senza impegno.
PS: Le regole su tirocinio curriculare Regno Unito vs Italia cambiano spesso, in particolare su importi e condizioni. Chiedi sempre a noi o ai tuoi advisor universitari una verifica aggiornata prima di firmare.
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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.