Zero Hours Contract nel Regno Unito: cosa significa per gli studenti lavoratori
Scopri cos’è davvero uno zero hours contract nel Regno Unito, tra vantaggi, rischi e strategie pratiche per studenti italiani che vogliono lavorare e studiare insieme.
Zero Hours Contract nel Regno Unito: cosa vuol dire davvero per uno studente italiano?
Stai pensando di trasferirti nel Regno Unito per studiare? O magari già vivi a Londra, Manchester, Leeds e vuoi capire come funziona lavorare mentre segui i corsi? Se hai scavato tra le offerte di lavoro, sicuramente avrai visto la dicitura “zero hours contract”. Ma che cos’è davvero? È adatto a chi studia? Cosa comporta davvero? Qui cerchiamo di raccontartelo senza filtri – pro, contro e qualche consiglio da chi ci è passato.
Che cos’è un zero hours contract e come funziona in UK per chi studia?
Partiamo dalla base: uno zero hours contract (contratto “a zero ore”) è una formula legale che in UK viene proposta spesso nei lavoretti da studenti. Il succo è semplice: il datore di lavoro non ti garantisce un monte ore fisso. Tu non sei obbligato ad accettare i turni, e lui non è obbligato a dartene.
Qualche dettaglio pratico (ti metto anche le fonti ufficiali — è tutto trasparente):
Non ci sono ore minime garantite: potresti lavorare 30 ore una settimana e 0 ore quella dopo.
I tuoi diritti sono quelli di tutti i “worker”: salario minimo, ferie pagate, paga in busta, e protezione da discriminazioni (fonte ACAS).
Nessuna esclusività: puoi (e spesso dovrai) lavorare anche altrove. Dal 2015, qualsiasi clausola che te lo vieta… è nulla (GOV.UK).
Perché tanti studenti italiani scelgono lo zero hours contract lavorando in UK?
Non è un caso se la fascia fra i 16 e i 24 anni è quella più presente in questo tipo di contratti in tutta la Gran Bretagna (vedi i dati della House of Commons Library). Traduci: tra chi affitta una stanza, tra lezioni e lavori saltuari, lo zero hours contract spunta ovunque, anche per noi italiani.
Retail, hospitality (bar, caffè, pub), fast food, delivery – posti perfetti per chi cerca flessibilità e non vuole (o non può) incastrarsi con orari fissi.
Quali sono i vantaggi concreti di uno zero hours contract per uno studente internazionale?
Non giriamoci intorno: ci sono lati molto utili, se sai a cosa vai incontro:
Massima flessibilità: puoi lavorare di più nei periodi con meno esami e fermarti durante le revision week.
Assunzione rapida: spesso bastano una candidatura online e qualche domanda base (“hai esperienza dietro al bancone?”).
Esperienza UK vera: vivi la lingua tutti i giorni (non aspettarti capi e clienti slow-talking…!).
Zero hours contract, svantaggi veri – cosa può andare storto?
Qui viene il punto meno pubblicizzato. Non pensare che sia tutto semplice come sui siti di recruiting.
Reddito variabile (e imprevedibile): a volte hai settimane piene, a volte rimani con letteralmente zero sterline.
Turni decisi all’ultimo: può capitare di ricevere una chiamata la mattina per “stasera alle 18”, difficile incastrare lo studio… e rischi di mandare all’aria lezioni o esami.
Pochi benefit: malattia pagata e pensione si maturano solo oltre certe soglie di guadagno (raro con poche ore).
Attenzione alle pause: se non lavori per più di 7 giorni, rischi di perdere l’anzianità utile (ad esempio, se volessi rivalerti contro un licenziamento fonte).
Dipende: lavorare in caffetteria significa esperienza “customer service”, utile. Fare 6 mesi qua, 1 mese là, a volte può sembrare poco stabile. Più importante è spiegare bene cosa hai imparato e come l’esperienza ha arricchito il tuo profilo.
Non esattamente “licenziare”: semplicemente possono smettere di offrirti ore. Tieni uno stile di comunicazione chiaro, spiegando perché non puoi accettare determinati turni (esami, motivi validi) – almeno lasci un dialogo aperto.
Se sei cittadino UE già residente/registrato in UK, in linea di massima non ci sono limiti stringenti. Ma stai attento: lavorare troppo può ricadere sia sulla resa universitaria, sia su eventuali obblighi fiscali (da certe cifre in su, la dichiarazione è obbligatoria).
Normalmente accumuli 12,07% delle ore lavorate come “paid holiday”. Fai 100 ore? Hai diritto a circa 12 ore di ferie pagate.
Sì, puoi chiedere un contratto “fixed hours” (quello che in Italia sarebbe il “part-time”) sulla base delle tue ore effettive dopo qualche mese. In futuro, la legge potrebbe obbligare i datori a prenderlo in considerazione (Employment Rights Bill 2024).
Vale la pena uno zero hours contract per uno studente? Come scegliere (senza illusioni)
Non esiste una ricetta. Gli zero hours contract funzionano se puoi sopportare mesi di entrate incerte e hai un piano B se le ore calano. Fermati e chiediti davvero: “Di cosa ho bisogno per stare sereno?” Se hai paura di rimanere a secco, o di saltare dopo 3 settimane, cerca alternative con più stabilità.
Scommetti su te stesso, ma non lasciarti abbagliare solo dalla parola “flessibile”.
Ci siamo passati anche noi. Se vuoi parlarne con chi ci è passato, senza impegno, scrivici: la consulenza iniziale con un ex studente-advisor Studey è gratuita — zero pressioni, solo risposte vere.
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