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Personal statement UCAS: come scriverlo per le università nel Regno Unito

Una guida pratica e sincera per scrivere il personal statement UCAS: come distinguerti, evitare errori comuni e convincere le università UK con autenticità.

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Personal statement UCAS: guida onesta (e umana) per scriverlo se vuoi davvero farti notare dalle università UK

Perché il personal statement UCAS è così importante per entrare nelle università nel Regno Unito?

Mettiamola così: il personal statement UCAS è il tuo spazio, forse l’unico, per raccontare chi sei davvero oltre i voti e le tabelle. Hai 4.000 caratteri (spazi inclusi) o 47 righe — qualunque limite raggiungi per primo — per far vedere alle università che dietro un nome sulla lista c’è una persona con una testa (e un cuore). Non è solo una “formalità” per registrarsi via UCAS, ma spesso è la differenza tra una lettera di offerta e un rifiuto che fa male.

Sì, lo devi scrivere in inglese, ma il vero problema non è la lingua: è condensare tutto quello che vuoi dire (senza esagerare) e convincere chi lo legge che TI SEI GUADAGNATO quello spazio. Quindi: no copia/incolla di frasi prese da internet o “ho sempre sognato di...”. Sembra dura? Siamo passati tutti dalla stessa ansia. Ti giuro che si sopravvive.

Cosa si aspettano davvero gli admission tutor dalle università UK?

I selezionatori delle università nel Regno Unito — detti admission tutor — sono abituati a leggerne centinaia, a volte migliaia. I loro occhi vanno subito dritti su certe cose:

  • Vuoi davvero studiare quel corso, o solo trasferirti in Inghilterra? (No, il “sogno di vivere a Londra” non basta.)
  • Hai capito quali argomenti, moduli o progetti potresti affrontare in corso?
  • Non ti limiti ad “amare la materia”, ma hai fatto qualcosa di concreto: letture, attività, progetti, tirocini, laboratori?
  • Se dici di avere certe competenze (teamwork, problem solving, gestione dello stress), porti anche esempi veri?

Piccolo reminder utile: qui contano di più le prove delle intenzioni.

Qual è la struttura migliore per un personal statement UCAS che funzioni davvero?

Non esiste una formula magica, ma dopo averne letti e revisionati centinaia con Studey abbiamo capito cosa funziona con studenti italiani (anche quelli che si sentivano “normali”). Ecco uno schema concreto, senza giri di parole:

1. Apertura che aggancia (3-4 righe)
Trova il motivo reale che ti ha portato a voler studiare quella materia: un problema che vuoi risolvere? Un’esperienza in laboratorio, o una lettura che ti ha colpito? Partire da qui mette subito le cose in chiaro.

2. Sezione “cosa so fare a scuola” (~45%)
Parla di materie o progetti collegabili al corso — non per forza tutto il programma scolastico, ma soprattutto esperienze (anche piccole) che fanno vedere la tua preparazione. Se hai letto qualcosa in più, seguito un MOOC, fatto una ricerca per la maturità: citalo. Se sei IB student: extended essay e relative analisi.

3. Esperienze pratiche fuori da scuola (~30%)
Stage, alternanza, volontariato, lavoretti estivi. Però attenzione: non basta dire “ho fatto lo stage”. Devi mostrare collegamenti con le competenze richieste dal corso, non scrivere solo cosa hai fatto in sé.

4. Soft skills e interessi “umani” (~15%)
Se sei stato capitano di una squadra, hai partecipato a una simulazione ONU, organizzato eventi o affrontato momenti difficili, spiega COSA hai imparato che ti può servire nel corso scelto. I tutor non cercano “supereroi”, ma persone consapevoli di cosa sanno fare.

5. Una chiusura che rimette tutto insieme
Qui basta una manciata di righe. Ritorna alle motivazioni di partenza, spiega che obiettivo ti dai: continuare con la ricerca, approfondire un tema specifico, o lavorare in un certo settore.

Ecco un esempio concreto di personal statement UCAS (che ha funzionato davvero)

Martina, application a Biologia Marina (Plymouth)

  • Apertura: “Quando ho analizzato microplastiche nell’Adriatico per il mio progetto di PCTO, ho capito che la soluzione passa per la ricerca marina.”
  • Parte accademica: Collegamenti tra biologia, chimica e statistica. Menziona un paper letto su Nature Ecology & Evolution.
  • Esperienze fuori scuola: Campo estivo WWF, patentino sub, analisi dati su R.
  • Soft skills: Capitano squadra di pallanuoto — “ho imparato a reggere la pressione e a lavorare bene in team”.
  • Chiusura: “Voglio contribuire a studi sui polimeri biodegradabili per salvaguardare gli ecosistemi costieri.”

Risultato: 4 offerte su 5.

Come evitare errori comuni nel personal statement UCAS?

Questi sono i “classici” errori che vediamo quasi ogni anno (e che fanno storcere il naso ai tutor):

  • Cominciare con una citazione famosa (“Come diceva Einstein...”): ormai le saltano a pie’ pari.
  • Parlare di tutto un po’ perché stai applicando a corsi troppo diversi senza un filo logico.
  • Inserire due volte lo stesso esempio perché non sai come riempire spazio.
  • Mandare la prima bozza, “tanto va bene così”, e scoprire che supera le 47 righe solo dopo averla incollata su UCAS.
  • Copiare modelli online (rischio plagio facilissimo).

Un trucco pratico: fatti rileggere da qualcuno che NON ti conosce tanto bene (magari un ex studente UK), così eviti zone d’ombra e cose che per te sono ovvie ma per chi legge… no.

Come usare l’intelligenza artificiale (ChatGPT e simili) senza rischiare il plagiarismo UCAS?

L’AI può essere una buona alleata — se la usi con intelligenza. Noi consigliamo:

  • Fatti suggerire strutture, prenderci spunti, sistemare la grammatica…
  • Non limitarti a “prompt + copia e incolla” rischiando che lo stile sia piatto, omologato, a volte con dati inventati.
  • Il testo finale deve essere davvero tuo: scrivi e riscrivi in italiano, poi traduci (e fatti correggere l’inglese da qualcuno di umano).
  • Ricorda che UCAS segnala più del 30% di somiglianza come possibile plagio — è scritto qui.

Quali sono i criteri di lunghezza e le scadenze importanti per il personal statement UCAS?

Lunghezza: massimo 4.000 caratteri O 47 righe (spazi inclusi), si ferma dove arrivi prima. Ti sembra tanto? In realtà uno “scarabocchio” iniziale li sfora subito.

Scadenze: evita categoricamente la corsa dell’ultimo minuto. Se vuoi concorrere per più università e hai bisogno di tempo per le revisioni, inizia almeno 4-6 settimane prima della deadline UCAS. E per chi mira a Oxford, Cambridge o medicina — sarebbe meglio cominciare in primavera, non a fine estate.

Plagio: oltre il 30% il sistema UCAS invia segnalazioni automatiche (a proposito: va evitato anche l’uso “palese” di modelli scritti da ChatGPT).

Ci sono cambiamenti per chi applica dal 2026? Cosa succede al personal statement UCAS?

Sì, e non sono cambiamenti da poco. Dalla selezione 2026 in avanti, UCAS cambierà struttura: niente più testo libero, ma sei domande a cui rispondere nello stesso totale di caratteri. Se stai applicando nel 2025 però, segui ancora le regole attuali. Cambierà per chi sta ancora alle superiori dal 2024/25 in giù.

Domande frequenti (FAQ): risposte sincere e rapide

Checklist finale: cosa fare e cosa NO nel personal statement UCAS

COSA FARE COSA NON FARE
Cita moduli o argomenti dei corsi scelti Fare liste vuote di hobby generici
Rifletti criticamente su una lettura Mettere citazioni famose a caso
Dai esempi collegati alla materia Dire solo “ho sempre sognato...”
Fatti rileggere da una persona esterna Copiare online modelli già visti

Non sai se sei sulla strada giusta o pensi di aver scritto un tema troppo “italiano”?

Qui con Studey non ti giudichiamo — non tutti diventano shaker di parole inglese al primo tentativo. Se vuoi una revisione onesta, gratuita e fatta da chi è passato per davvero da questa esperienza, manda pure la tua bozza e ti rispondiamo in massimo due giorni. Così eviti le brutte sorprese e ti concentri sugli esami senza quella sensazione di non aver fatto tutto il possibile.

Hai domande, dubbi pratici o solo bisogno di essere rassicurato?
Scrivici o prenota una consulenza gratuita — nessuna pressione, solo ex-studenti che ci sono passati e possono aiutare a mettere ordine.


Fonti utili e link

Se vuoi confrontarti con chi è già passato di qui (e ha sopravvissuto), siamo qui. E sì, davvero: senza giudicarti mai.

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