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Numero chiuso Italia vs ingresso aperto nel Regno Unito: differenze

Scopri differenze reali tra numero chiuso italiano e ingresso aperto britannico: test, scadenze, selezione e stress. Guida pratica per chi sogna di studiare all’estero.

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Numero chiuso in Italia o “ingresso aperto” in Regno Unito? Cosa cambia davvero se vuoi studiare all’estero

Stai pensando: vale la pena tentare il test a numero chiuso in Italia oppure conviene provare con l’università nel Regno Unito, dove — almeno sulla carta — sembra che ci sia meno selezione all’ingresso? Qui facciamo chiarezza, dal funzionamento pratico del numero chiuso alle domande vere che ti fanno in UK. Niente giri di parole, solo quello che serve sapere.

Cosa significa davvero “numero chiuso” nelle università italiane?

La domanda classica che ci arriva è: "Come funziona il numero chiuso in Italia e quali corsi riguarda?". Ecco una sintesi molto concreta:

  • Di che legge si parla? Tutto nasce dalla legge 264/1999 sull’accesso programmato (fonte: MIUR).
  • Quali corsi sono soggetti a numero chiuso nazionale? Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura, Professioni sanitarie.
  • Quanti posti ci sono? Lo decide ogni anno il Ministero, valutando fabbisogno e capacitĂ  degli atenei.
  • Come si accede? Un test scritto (molto spesso a risposta multipla), uguale in tutta Italia lo stesso giorno. A seguire, una graduatoria nazionale con scorrimenti successivi: qui non contano solo la tua preparazione, ma anche piccole differenze di punteggio e un pizzico di fortuna.
  • Se non passi, cosa succede? Devi scegliere: o aspetti un anno, o ti iscrivi in un altro corso “di ripiego” (pagando comunque le tasse).
  • Cosa non si dice quasi mai? Oltre al test, ci sono i costi (corsi privati, viaggi per andare a sostenere la prova, magari anche uno psicologo se lo stress si fa sentire…), oltre a un clima super competitivo che può durare mesi.

Come funziona l’“ingresso aperto” nelle università britanniche?

La domanda molto frequente è: "In UK davvero l’accesso è aperto per tutti, senza test o limiti?". La realtà è un po’ più sfumata:

  • C’è un test nazionale? No, niente test uguale per tutti. Ogni universitĂ  decide cosa guardare: i tuoi voti finali o previsti (per esempio la maturitĂ  italiana o l’IB), un Personal Statement dove racconti davvero chi sei, una lettera di referenza da un prof e — solo per alcuni corsi selettivi — un colloquio.
  • Come si fa domanda a piĂą universitĂ  UK? Si usa la piattaforma unica UCAS: puoi scegliere fino a 5 universitĂ  o corsi, tutte insieme, con scadenze chiare (info: UCAS).
  • Ci sono limiti ministeriali ai posti? Dal 2015, per quasi tutte le universitĂ  no: ognuna può accogliere quanti studenti riesce ad attrarre (fonte: The Guardian).
    • L’eccezione: Medicina e Odontoiatria hanno ancora un cap nazionale e solo una quota (7,5%) è riservata a studenti non UK (fonte: Department of Health). Chi vuole medicina deve anche affrontare test specifici come UCAT, raramente BMAT.
  • Cosa cambia davvero rispetto all’Italia? Non esiste un “giorno zero” in cui si decide tutto. La selezione — tranne poche eccezioni — è continua, olistica: voti, esperienze, motivazione, capacitĂ  di presentarsi.

Quali sono le differenze pratiche tra universitĂ  italiane a numero chiuso e universitĂ  UK?

Ecco la classica tabella — così chiara è difficile farla! — che risponde a chi cerca “differenza tra numero chiuso in Italia e ingresso aperto UK”:

Aspetto Italia (numero chiuso) Regno Unito (ingresso aperto**)
Test nazionale Sì, stessa prova in tutta Italia No; possibili test specifici richiesti dall’ateneo
Numero di posti Deciso dal Ministero ogni anno In genere senza limite; solo Medicina/Odontoiatria con quota 7,5% overseas
Tempistiche Iscrizione al test a primavera, esame a settembre, graduatoria nazionale Domanda UCAS da settembre, deadline tra ottobre e gennaio, risposta in primavera
Se non passi Anno di attesa o cambio corso Puoi entrare in Clearing, cambiare scelta, o riprovare senza test nazionale
Costi “preparazione” Spesso costosi (corsi privati etc.) Va tradotta la pagella, Personal Statement; niente simili "quiz" privati
Stress competitivo Altissimo (tutto in un giorno) PiĂą distribuito: valutazione su piĂą elementi, cinque scelte UCAS

Per medicina UK, vedi dettagli sopra.

Chi ha giĂ  vissuto entrambe le esperienze? Due storie reali

  • Giulia, 19 anni: "Per due anni ho tentato Medicina in Italia senza entrare. Con Studey abbiamo lavorato sui predicted grades della mia maturitĂ , riscritto da zero il Personal Statement ed è andata: 3 proposte da universitĂ  UK. PiĂą che passare un test, ho dovuto spiegare chi ero davvero e perchĂ© volevo studiare da loro".
  • Marco, 18 anni: "Pensa che mi ero convinto che nel Regno Unito prendessero tutti. Ho mandato copia-e-incolla di Personal Statement, risposta: zero offerte. Quando ho lavorato con un ex-studente ho capito che “ingresso aperto” non vuol dire ingresso facile".

Domande frequenti di chi vuole scegliere tra Italia a numero chiuso e universitĂ  britanniche

Quali errori fanno piĂą spesso gli studenti italiani che pensano di andare in UK?

  1. Aspettare troppo il risultato del test italiano, trovando chiuse le migliori opzioni in UK.
  2. Scrivere il Personal Statement come fosse un tema, senza renderlo personale e concreto.
  3. Dimenticare il requisito di lingua: l’inglese va certificato (IELTS o equivalente), niente scorciatoie.

Quando potrebbe NON valere la pena andare all’università in UK?

Questa è una domanda che gli studenti spesso non fanno, ma che conta tanto (per te e per la tua famiglia):

  • Se il budget non basta per coprire sia iscrizione che costo della vita, e non hai accesso a prestiti o borse di studio.
  • Se il livello di inglese ti mette troppo in difficoltĂ , al punto da seguirci solo a fatica, rischiando di accumulare lacune.
  • Se pensi al Regno Unito solo per “scappare” dal test, ma non hai nessuna curiositĂ  o interesse vero per come si studia lì.

Cosa devi davvero valutare prima di decidere?

In Italia il numero chiuso concentra tutto in un unico giorno, con tanta pressione e poche seconde possibilità. Nel Regno Unito la selezione è meno rigida sul numero, ma punta molto su percorso personale, motivazione, soft skills.

Non c’è un sistema migliore in assoluto: tutto dipende da chi sei, quali sono le tue risorse (anche di tempo e denaro), che tipo di percorso vuoi fare e (onestamente) dove pensi potresti sentirti più a tuo agio crescendo.

Sei ancora con mille dubbi tra scadenze, conversione voti o Personal Statement? Parlane con chi l’ha già fatto

Non c’è una scelta “giusta” uguale per tutti — e nessuno (noi inclusi) può dirti cosa è meglio per la tua vita. Quello che possiamo fare è ascoltare, raccontarti come funziona davvero e darti spunti pratici, non slogan.

Se cerchi un confronto onesto, puoi scriverci: un ex-studente Studey (che ha già navigato in prima persona questi dubbi) può aiutarti gratis a capire se l’università nel Regno Unito è la strada giusta per te — o se vale la pena tentare ancora in Italia. Senza obblighi o promesse facili.

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