Come funziona davvero il feedback nelle università del Regno Unito? Tutto quello che vorresti sapere se arrivi dall’Italia
Se stai pensando di studiare in UK o hai già iniziato, probabilmente ti stai chiedendo: “Ma come viene dato il feedback agli studenti nelle università inglesi? Perché ne parlano tutti?”. Chi arriva dall’Italia spesso si trova spiazzato: da noi, di solito, dopo aver consegnato un compito o aver fatto un esame, ci si porta a casa un voto e poco altro; in UK, invece, il feedback è parte fondamentale del percorso di crescita e, spesso, la differenza la fa proprio lì. Vediamo, senza filtri, cosa aspettarsi — pregi, piccoli drammi e dritte pratiche.
Perché il feedback è così importante nelle università inglesi?
Non è solo una bella frase o una formalità di rito. Il feedback, in UK, serve davvero a farti migliorare — non è lì solo per giustificare un voto. Dietro c’è una cultura accademica che punta a:
- Farti capire i criteri di valutazione: di solito già dal primo giorno ricevi rubriche, griglie punteggio e descrittori chiari sui livelli (“Cosa vuol dire prendere 70/100?” non resta un mistero).
- Metterti nelle condizioni di migliorare: l’idea è che nessuno nasce “pronto” e che ogni commento sia un mattoncino in più per il prossimo lavoro.
- Responsabilità condivisa: chi scrive il compito deve leggere il feedback, rifletterci, e se serve chiedere spiegazioni. Polices tipo quella della University of Manchester lo dicono chiaro.
Formative vs Summative feedback: che differenza c’è davvero?
- Formative feedback: arriva durante il percorso, non incide sul voto finale, serve per capire se sei sulla strada giusta e correggere — tu, non loro — il tiro. È una specie di “allenamento”.
- Summative feedback: accompagna il voto che andrà a fare media. Ma non è solo “questo è il tuo risultato”: riceverai comunque commenti su cosa ha funzionato e cosa no.
Se vuoi approfondire, la distinzione è spiegata benissimo anche nel QAA's Quality Code.
Quanto tempo ci mettono a restituire feedback e voti? Che cos’è la regola dei 15 working days?
Una delle domande più digitate — e richieste su Reddit — è questa: “Quanto tempo dopo la consegna riceverò il feedback?”. Le università inglesi sono abbastanza chiare: nella maggior parte dei casi, il feedback ti deve arrivare entro 15 giorni lavorativi dalla consegna dell’assignment.
- University of Bristol: feedback entro 15 giorni lavorativi (tranne per tesi e lavori conclusivi molto grandi).
- University of Manchester: stessa scadenza, con eccezioni per progetti da 30 crediti in su (si arriva a 20 giorni).
Nota bene: “working days” NON vuol dire “giorni di calendario”. Weekend, bank holidays, e chiusure ufficiali NON contano. Quindi se consegni la settimana prima di Natale… il feedback slitta tranquillamente a gennaio. Imparare a pianificare è fondamentale.
Quando il feedback ci mette di più? (E cosa puoi pretendere in questi casi)
Situazioni tipiche in cui il timing “salta”:
- Dissertazioni finali o progetti molto grandi (la correzione richiede più tempo, ma ti devono avvisare in anticipo sulla nuova scadenza).
- Corsi con classi molto numerose: anche qui, comunicazione obbligatoria sulle tempistiche.
- Sessioni d’esame estive vicine ai “board” di ratifica voti.
In tutti questi casi, sei sempre in diritto di sapere quando arriverà il feedback aggiornato. Non è una gentilezza: è una regola.
In che modo ricevi davvero il feedback sulle tue prove in UK?
A differenza di molte facoltà italiane, il feedback UK arriva spesso in formati diversi (anche a seconda del corso e della personalità del docente). Ecco quelli più comuni:
- Commenti digitali su piattaforme tipo Turnitin o Blackboard: ricevi un file con note dettagliate su punti di forza e debolezze, spesso affiancato dalla famosa rubric (la griglia di valutazione).
- Audio-feedback o brevi video: usato soprattutto in corsi creativi, design o arte. Fidati, aiuta tanto.
- Office hours dedicate: puoi prenotare un incontro di 10-15 minuti per discutere “a quattr’occhi” il feedback o farti chiarire parti poco chiare.
- Foglio riepilogativo per tutta la classe: utile per vedere dove hanno sbagliato in generale tutti – e, in caso, per non sentirsi “l’unico a fare errori base”.
Un esempio pratico: a Manchester, la policy spinge i docenti a “personalizzare il più possibile”, ma lascia la possibilità di fare anche un feedback collettivo laddove sia più utile/necessario.
Come leggere (e usare davvero) il feedback UK? Cinque consigli pratici e onesti
- Non fermarti al voto: evidenzia le parole e critiche che si ripetono (ad es: “lack of structure”, “sources not referenced”). Spesso il voto “conta” meno della direzione che ti stanno indicando.
- Controlla la rubric: cerca di capire in che punto ti sei posizionato e cosa serve per salire di fascia.
- Fai domande, e in fretta: il periodo “buono” per chiedere spiegazioni è la settimana dopo l’uscita dei feedback. I docenti si aspettano richieste di confronto: usarle non è “da secchioni”.
- Archivia tutto bene: ti servirà sicuro per scrivere il reflective essay finale o aggiornare il Personal Development Plan.
- Stabilisci micro-obiettivi concreti: meglio dire “niente più citazioni fuori contesto” invece di “scrivo meglio in generale”.
Cosa fare se il feedback non arriva (e succede anche nelle migliori università)
Se i 15 giorni lavorativi passano e nulla si muove, non restare immobile. Ecco come muoversi senza creare drammi inutili:
- Step 1: scrivi una mail (gentile!) al module leader chiedendo aggiornamenti.
- Step 2: in caso di non risposta, coinvolgi anche il Programme Director in copia.
- Step 3: se serve, puoi rivolgerti agli student reps o alla Student Union (hanno moduli per “formal escalation” che funzionano davvero).
Differenze importanti tra feedback universitario UK e Italia: cosa ti farà strano (e cosa sfruttare)
| In UK | In Italia |
|---|---|
| Hai criteri di valutazione pubblici. | Il feedback spesso è “al volo”, magari orale. |
| Le rubric sono dettagliatissime. | Il compito spesso non si vede proprio. |
| Puoi vedere il tuo script d’esame e sapere come è stato corretto. | I tempi variano molto e contestare spesso è vissuto come una “mancanza di rispetto”. |
| Tempistiche certe. |
Lo shock per tanti italiani non è solo tecnico ma culturale: qui “chiedere chiarimenti” o contestare un voto (se fatto bene) è parte normale del percorso.
Cosa può andare storto? E quali domande conviene farsi
- Capita che il feedback sia vago se il docente è sommerso (succede di più verso la fine del semestre): in questi casi, usa gli sportelli o gli incontri per farti spiegare meglio.
- Se carichi un file in formato strano su Turnitin, alcuni commenti potrebbero “saltare”, perciò meglio sempre il PDF (“imparato sulla mia pelle…”).
- I ritardi si moltiplicano vicino alle vacanze o prima delle deadline di application postgraduate: pianifica i tuoi passi importanti tenendo conto dei “tempi morti”.
Una storia vera (succede più spesso di quanto pensi)
Giulia, Biomedical Sciences, Bristol:
“Al primo essay ho preso 62/100. Il commento era che la struttura era ‘troppo descrittiva’. Ho chiesto un colloquio; abbiamo visto insieme un modello da 70+, smontando punto per punto le differenze. Al secondo essay sono salita a 68. Senza quel confronto, non ci sarei mai arrivata da sola”.
Domande frequenti: risposte rapide e senza giri di parole
Ti serve una mano concreta o vuoi vedere un esempio vero di feedback UK? Scrivici: uno dei nostri mentor Studey (gente che a queste frustrazioni ci è passata davvero) può mostrarti esempi reali o aiutarti a pianificare le prossime mosse. Senza filtri, promesso.
Studiare in UK significa fare i conti con regole nuove ma, se prendi il feedback sul serio, ti risparmi davvero tante preoccupazioni inutili — e migliori più in fretta.
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