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Esami orali nel Regno Unito vs Italia: differenze nella valutazione

Un confronto pratico tra esami orali in Italia e Regno Unito: valutazione, commissioni, voti e consigli utili per affrontare con serenitĂ  una viva o una presentazione.

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Esame orale in Regno Unito e Italia: quali sono le differenze vere nella valutazione?

Parlare di esami orali mette sempre un po’ di ansia, lo sappiamo. Ma se ti stai chiedendo cosa cambia davvero tra affrontare un esame orale in Italia e farlo in un’università britannica, forse serve andare oltre la solita frase “eh, sono metodi diversi!”. Qui sotto proviamo a rispondere alle domande che tanti studenti italiani si fanno appena mettono piede in UK — o anche chi solo ci sta pensando.


Esami orali in Italia: come funzionano davvero?

Se hai fatto almeno una sessione italiana, lo schema lo conosci: fila davanti alla cattedra, il docente ti chiama per nome, chiacchierata (a volte interrogatorio!), le solite domande di rito, poi arriva il verdetto. I punti chiave:

  • Quanto sono frequenti gli esami orali in Italia?
    Molto. In certe facoltà, specie le umanistiche, sono quasi la norma. Ingegneria e medicina spesso alternano scritto e orale, ma almeno una “prova parlata” te la becchi quasi ovunque.
  • Chi ti valuta all’orale?
    Quasi sempre il professore titolare del corso, a volte con un paio di colleghi a fianco. Nessun mistero: sanno chi sei, ti hanno magari visto alle lezioni.
  • Qual è la scala dei voti?
    Dal 18 al 30, con la possibilitĂ  della lode. Tutto chiaro e pubblico. Fonti e dettagli qui.
  • Se non ti piace il voto?
    Lo rifiuti, se vuoi (piccolo lusso “all’italiana”).
  • Ci sono spettatori?
    Sì: spesso altri studenti assistono, aspettando il loro turno.

Gli esami orali nelle universitĂ  UK: cosa ti aspetta davvero?

Questa è una delle domande più comuni: “Ma allora in UK mi fanno l’interrogazione davanti al prof? Devo stare super teso come in Italia?” In realtà… quasi mai.


Quali sono i rischi più comuni per chi arriva dall’Italia?

  • Ignorare le rubriche di valutazione: in UK sanno esattamente cosa cercano e ogni criterio pesa sul voto.
  • Non aspettarti di poter “contrattare” il voto: qui non si discute il risultato davanti al prof; la decisione è presa a porte chiuse e incisa nella pietra.
  • Sottovalutare l’esaminatore esterno: a differenza che in Italia, uno dei due esaminatori può essere completamente esterno (e super tecnico).

Come posso prepararmi per una presentazione o una viva in Regno Unito? Consigli onesti

  1. Usa la rubric: chiedila senza vergogna (è normale) e costruisci le tue risposte sui parametri che trovi lì: chiarezza, struttura, fonti, capacità critica, comunicazione.
  2. Fai delle prove: simulare una viva con un tutor (magari madrelingua) ti aiuta a reggere meglio la pressione e l’imprevedibilità delle domande.
  3. Registrati: ascoltare la tua voce fa sempre un certo effetto, ma ti aiuta a migliorare sintesi e tempi.
  4. Focalizzati sui perché: preparati a spiegare ogni scelta con il classico “why?”. In UK lo vogliono sapere — sempre.
  5. Non farti bloccare dall’accento o dalla grammatica: quello che conta è la chiarezza del ragionamento, non parlare “alla BBC”.

In sintesi: perché è importante capire prima queste differenze?

Se hai sempre vissuto l’esame orale come un faccia a faccia informale, sappi che in UK tutto il processo è più “blind”, controllato e standardizzato. Questo diminuisce l’arbitrarietà (un bene!), ma richiede anche più preparazione metodica e meno improvvisazione last minute. Se arrivi preparato sulle logiche di valutazione, eviti il rischio di fraintendere (o peggio ancora, di sottovalutare l’impatto di una singola prova).


Hai dubbi pratici o vuoi sentire una storia vera?

Chiedi pure: nel team Studey abbiamo ex-studenti che hanno vissuto (e superato) la loro prima viva senza crashare, e sanno davvero cosa si prova — ansie incluse. Se vuoi capire nel concreto come prepararti, come gestire le domande “scomode” o semplicemente confrontarti con qualcuno che ci è passato, puoi prenotare una consulenza (gratis, senza pressione). Ogni domanda è ok, anche quelle “stupide” — perché tanto, qui le abbiamo fatte (e vissute!) tutte.

Se ti va, raccontaci anche tu la tua esperienza: aiuta chi deve affrontare tutto questo per la prima volta.

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